Spettacolo equestre: l'arte di creare emozioni.

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Messaggio Da Miky Estancia Gio 01 Ago 2019, 15:58

Non sono mai stata attratta dall'agonismo, le poche garette che ho fatto, le ho fatte per divertirmi, ma....non mi hanno divertita granché. Piuttosto, la mia vena artistica e creativa, ha trovato pieno e soddisfacente sfogo nello spettacolo equestre.

Per me lo spettacolo equestre, è l'arte di suscitare emozioni.
Riuscire a far ridere, piangere, incuriosire, meravigliare il pubblico di tutte le età, è sempre stato il mio obiettivo, nella creazione dei vari numeri equestri. E il trasmettere un messaggio: che qualsiasi cavallo, non importa la razza o l'età, può fare qualsiasi cosa, nel pieno rispetto delle sue capacità psicofisiche e se ha una buona relazione con il suo cavaliere/conduttore.

Non mi sono mai piaciute le esibizioni autocelebrative, nelle quali l'accento è posto sulla bravura del cavaliere ed il cavallo è solo l'accessorio, il piedistallo su cui si erge l'uomo. Trovo poco significativi i cavalli infiocchettati che, nervosi, "pestano l'uva", punzecchiati dagli speroni di cavalieri elegantemente agghindati.
Apprezzo molto il teatro equestre, e diverse esibizioni da me ideate, erano proprio di quel genere: numeri semplici, magari a tecnica equestre bassa o addirittura a zero, ma capaci di suscitare terremoti emozionali.

Qui, su questo forum, c'è un altra persona che la pensa come me e che ha una grande esperienza in questo campo.
Insieme, vi faremo fare un viaggetto nel mondo dello spettacolo equestre. ...i nostri spettacoli equestri 😊

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Messaggio Da Miky Estancia Ven 02 Ago 2019, 13:20

La mia avventura, nello spettacolo equestre, iniziò nel 1998, precisamente quando conobbi Tony, mio marito, che già da un pò di anni si esibiva in pubblico, con il suo gruppo di cavalieri, presentando il loro Spettacolo Argentino.

Lo spettacolo consisteva in una serie di esibizioni, nelle quali si raccontavano di gli usi e costumi dei gauchos argentini e si mettevano in risalto le qualità del cavallo da lavoro argentino. Il tutto accompagnato da una bella colonna sonora e da uno spikeraggio.

Il gruppo era composto da sei cavalieri e sei/sette cavalli, tutti rigorosamente vestiti e bardati all'argentina.

Il primo numero, la presentazione, aveva lo scopo di introdurre lo spettatore, nella pampa argentina, magica terra di cavalli e di gauchos.
Sulle note di Don't cry for me Argentina, un cavaliere solitario, entrava in arena, al passo, portando una bandiera. Man mano che lo speaker portava lo spettatore ad immaginare la pampa, le mandrie, le estensioni infinite, la musica aumentava il ritmo, ed il cavaliere passava al trotto. ..la bandiera cominciava ad alzarsi.
Nel momento clou del brano musicale, lo speaker dava il benvenuto al pubblico, nella pampa argentina, il cavaliere metteva al galoppo il cavallo e la bandiera Argentina finalmente sventolava, mostrando al pubblico i suoi colori.

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Messaggio Da Old duck Ven 02 Ago 2019, 13:29

eccomi! Come Miki anche a me l'attività agonistica equestre non mi ha mai entusiasmato, probabilmente perchè ho cominciato molto tardi a montare e soprattutto perchè frequento un circolo dove non si svolgono gare. Nel corso del tempo mi è capitato spesso di frequentare Fiere e manifestazioni (Verona in primo luogo) ma trovavo un po' insulse e piuttosto mortificanti per i cavalli le varie esibizioni e "spettacolini" all'interno di questi contesti. La mia passione per gli spettacoli equestri e per il teatro equestre in particolare è nata per caso. Svariati anni fa la proprietaria del maneggio che frequento ricevette una telefonata di una persona meravigliosa che ora non c'è più e che risponde al nome di Francesco Silveri. Stava organizzando per la prima volta in Italia la Rassegna delle Regioni a cavallo e chiese a Tiziana se erano interessati a partecipare a nome della regione Piemonte. Ma cosa avremmo dovuto fare e soprattutto in cosa consisteva la manifestazione? Intanto si trattava di una gara ma una competizione assolutamente inusuale svolta in una cornice storica bellissima nella città di Leonessa in prov. di Rieti. Alcune regioni italiane rappresentate ciascuna da un circolo ippico avrebbe dovuto portare uno spettacolo di teatro equestre ispirato ad una storia legata alla propria regione. Ciascuna storia sarebbe stata giudicata da una giuria tecnica composta da operatori FISE e da una giuria formata da artisti e persone di spettacolo che avrebbero dovuto giudicare la rappresentazione in generale. Le regioni si sarebbero sfidate in una serata sotto le stelle e le tre finaliste si sarebbero aggiudicate la vittoria finale il mattino dopo. Ma che caspita era il teatro equestre? Non lo sapevamo ancora. Francesco Silveri con molta pazienza ci spiegò che avremmo dovuto fare una vera e propria rappresentazione teatrale con tanto di cavalli e figuranti a terra, compresa la recitazione, la musica, costumi e scenografia. Insomma un'impresa titanica. Naturalmente, da veri incoscienti accettammo la sfida e così nacque la nostra prima partecipazione a Leonessa. Portammo in sella tutti ragazzini giovanissimi e rappresentammo il palio di Fiano. Riuscimmo pure a vincere un premio ma da quel momento il teatro equestre divenne la nostra passione e il nostro impegno che ci portò a Leonessa per tanti anni. Nel corso del tempo cercammo sempre, così come Miki, di far emozionare il pubblico con la musica, con le nostre storie, con le parole recitate perchè non c'è niente di più bello che vedere un sorriso o una lacrimuccia spuntare dagli occhi di chi ci viene a guardare.
Cercherò con Miki di farvi appassionare descrivendo le nostre avventure da quando sono state pensate a come si sono realizzate e spero tanto che possiate anche voi interessarvi.

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Messaggio Da Miky Estancia Ven 02 Ago 2019, 13:49

Questa introduzione, apparentemente molto semplice e a tecnica zero, in realtà nasconde parecchie difficoltà.

L'introduzione, è il biglietto da visita di uno spettacolo; bisogna calamitare l'attenzione, l'interesse e la curiosità di chi guarda. La musica e lo speaker, hanno il difficile compito di indurre lo spettatore a staccarsi dall'arena in cui si svolge l'azione, a sfumarne i contorni e immaginare ciò che lo speaker suggerisce.

Una volta scelta la musica, si devono scrivere i testi da speakerare ed adattarli alla musica. La musicalità delle parole è molto importante, come la scelta dello speaker. Lo speaker non può essere una persona a caso: deve avere una bella voce gradevole, deve saper interpretare i testi come un attore, deve sapere di cosa sta parlando, deve metterci sentimento, deve saper coprire gli errori dei cavalieri in campo, deve sapere esattamente cosa succede nell'esibizione e conoscerne i tempi, avere l'occhio sull'azione e l'orecchio alla musica...e uno sguardo sul pubblico, per capire quando va coinvolto attivamente.

Il cavallo e cavaliere che aprono lo spettacolo, hanno una grossa responsabilità: devono essere credibili e perfettamente calati nel loro ruolo. L'attenzione e la curiosità del pubblico, in un numero a livello di difficoltà tecnica pari a zero, viene stimolta dalla bellezza del cavallo, dalla particolarità della sua bardatura, dalla sua espressività e dalla sua prontezza ai comandi ed indifferenza alla grande bandiera che, inizialmente passiva, pian piano si gonfia ed infine inizia a sventolare.
Il cavaliere, è un accessorio, indossa la vestimienta argentina da fiesta...bombachas, basco, foulard da collo con fermaglio in argento, tirador con monete e fermaglio argentati, coltello alla schiena, camicia bianca e poncho sollevato su una spalla...e deve essere impeccabile in sella, un tutt'uno con il suo cavallo....che sarà impassibile agli applausi del pubblico, ai flash, alle casse acustiche che sparano a tutto volume musica e speakeraggio.

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Messaggio Da Miky Estancia Ven 02 Ago 2019, 14:13

Finita l'introduzione, il cavaliere usciva dall'arena, cambiava la musica ed entrava un cavaliere a sella con un cavallo capezzato a mano. Si fermava al centro dell'arena, vicino ad un gaucho a piedi con a terra un recado (sella multistrato argentina), e dopo uno scambio di battute, gli lasciava il cavallo.

Iniziava la seconda esibizione: il sellaggio.
Cavallo libero in centro arena, longhina di cuoio a terra, immobile come una statua, mentre il gaucho lo sella, strato per strato e lo speaker illustra i vari pezzi che compongono il recado e la loro utilità.

Anche qui, tecnicita' simil zero, dinamicità idem. Si sceglie un cavallo con un addestramento perfetto, capace di stare immobile senza essere legato, con una bella presenza scenica. Recado e finimenti da fiesta, gaucho senza poncho, vestito preferibilmente di colori chiari se il cavallo e scuro, altrimenti viceversa. Molto apprezzato da pubblico il cavallo che sta fermo se le redini sono a terra, che segue il cavaliere se le redini sono sul collo e che sta fermo se il cavaliere si "siede" sui suoi garretti.

Anche qui, musica e speakeraggio devono andare rigorosamente a tempo con ciò che fa il gaucho. La musica, argentina o spagnola, veniva scelta con un ritmo lento e ripetitivo.

Terminato il sellaggio, il gaucho montava in sella, salutava il pubblico, faceva partire il cavallo al galoppo da fermo ed usciva.

Da li in poi, si cambiava ritmo e spettacolarità....

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Messaggio Da Miky Estancia Ven 02 Ago 2019, 15:08

Mentre i due numeri introduttivi iniziali, avevano solo un binomio a calamitare l'attenzione, musiche evocative "tranquille" ed uno speakeraggio lento, con la terza esibizione, le cose cambiano radicalmente.

In centro all'arena compare il palenque (palo di legno al quale viene legato il cavallo da domare), e un gaucho a piedi.
Successivamente, un gaucho a sella entra al galoppo, con un cavallo in capezzone e bocado a mano e lo consegna al gaucho a piedi che lo lega al palenque.
Dopodiché, entrano tre gauchos a sella su due cavalli. Quello trasportato, infine scende vicino al palenque....

...tutto questo mentre lo speaker, che ha cambiato tono e velocità, racconta al pubblico che....stiamo per assistere ad una doma gaucha...e spiega il come ed il perché di tale pratica.

I tre gauchos si dispongono ad una certa distanza dal cavallo al palenque, pronti a scattare, il gaucho a piefi si tiene pronto a slegare il cavallo, il gaucho domatore salta in groppa al cavallo "selvaggio" e...inizia la doma...e lo spettacolo vero e proprio.

Mentre la musica incalza veloce, lo speaker assume i toni e la cadenza del commentatore di jineteade del Jesus Maria, il cavallo "selvaggio", opportunamente stimolato, inizia ad alternare galoppo, sgroppate e smontonate, i tre gauchos seguono e fanno il loro lavoro di padrinador, fino a quando uno dei padrini, si affianca al cavallo "selvaggio" e recupera il gaucho domatore mettendolo sul suo cavallo, dopodiché lo fa scendere a riscuotere l'applauso del pubblico, mentre gli altri due padrini si occupano di recuperare il cavallo scosso.

Questa esibizione, come avrete capito, presenta diverse difficoltà.
1.Trovare un cavallo che, opportunamente stimolato, dia uno spettacolo veritiero con smontonate e sgroppate come si deve, ma che rispetti le recinzioni e che rimanga tranquillo se non stimolato.
Diverse volte venne utilizzato per questo difficile ruolo, Corsario, il cavallo argentino di un ragazzo del gruppo spettacoli, Andrea, detto El Pomito. Capito cosa lo infastidiva, era un gioco da ragazzi ottenere che rivestisse il suo ruolo in modo molto credibile, inoltre era rispettosissimo delle recinzioni e non era portaiolo, così non c'era rischio che finusse tra il pubblico. Inoltre presentava le difese quasi sempre con la stessa sequenza, quindi era "facile" starci sopra a pelo....ed era morello....

2. Trovare il gaucho domatore. Questo ruolo lo rivestiva sempre Roby, detto El Toyoto. Notevole presenza scenica con i suoi lunghi capelli rossicci e la barbetta incolta, perfettamente abbigliato, di media statura, snello, molto agile, paura di nulla.

3. Il binomio cavallo e gaucho padrino recuperatore. Ruolo rivestito sempre da Tony, detto El President, con il suo baio oscuro argentino El Destino. Anche lui molto credibile: capello lungo, basco o fascia, braccia molto muscolose, ottimo equilibrio in sella, molta forza fisica, paura zero (doti necessarie per affiancare un cavallo che smontona, sporgersi e agguantare il cavaliere e metterselo in sella). El Destino era un cavallo perfetto per queste cose: coraggioso, scattante, sempre ai comandi, bella morfologia, baio tostado, carattere duro, imperturbabile...e pensare che prima di incontrare Tony, lo chiamavano El Diablo, perché aveva preso la mano al cavaliere e aveva sfondato il portellone di una Uno entrandoci di petto a tutta velocità....

4. I binomi cavallo e gaucho padrinador. Di solito erano Mario detto Bariloche con Gregorio e Giorgio detto Giorgito de fiesta che usava Frickless, l'unico quarter del gruppo. Bellissimi da vedere, ben abbigliati, entrambi scuri di capelli e pelle olivastra, molto credibili...tranne quando gli sfuggiva qualche imprecazione in piemontese 😆😆😆

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Messaggio Da Miky Estancia Ven 02 Ago 2019, 15:40

A questo punto dello spettacolo, il pubblico era già bello caldo, gli applausi scattavano spontanei insieme ad urla e fischi di incitamento....bisognava abbassare un pò la tensione per concentrarla al numero finale.

Quindi, due esibizioni di addestramento al lavoro.
Simulazione di lavoro con la mandria e simulazione di lavoro col lazo.

Sulle note ritmate di una nota musica spagola, entava Giacomo, Giacomito, con El Pasuco, overo grigio argentino, sgambato e compatto, profilo montonino....ed iniziava la danza del cavallo argentino...cambi di direzione, stoppate, retromarce, cambi di galoppo a tempo di musica, pirouettes, galoppini praticamente sul posto...una gioia, una magia per gli occhi....grigio brillante El Pasuco, bianca brillante la camicia di giacomo, sotto i riflettori entrambi splendevano ed incantavano il pubblico con una esibizione tutta potenza, eleganza, precisione e leggerezza....a vederli, se non avevi un argentino, ti veniva voglia di comprartene uno.

Poi entrava Tony con El Destino e, sulle note di Tu quieres volver dei Gipsy King, iniziava il lavoro con il lazo. Al galoppo, tiro in avanti, manovre e spostamenti, recupero e riavvolgimento; tiro all'indietro, manovre, recupero, riavvolgimento. E di nuovo il cavallo argentino si esibiva, in un tutt'uno con il suo cavaliere, in una danza elegante, con molti cambi di velocità e direzione, pirouettes, frenate, sempre in equilibrio, sempre all'ascolto del gauchos, come se fosse in una prateria e non in una arena, sotto i riflettori.

Qui la tecnica c'è e deve essere impeccabile. I cavalieri devono montare in modo composto, preciso, i cambi di galoppo devono avvenire in momenti ben precisi, non sono ammessi errori col lazo, i lanci devono essere ben evidenti e le manovre sotto di esso, devono essere millimetriche, veloci. E in tutto questo, il cavallo non deve essere schiacciato, ma valorizzato, reso fiero, deve rimanere espressivo.

Lo speaker sottolinea le figure eseguite e la leggerezza dei cavalli, la loro prontezza e concentrazione, l'abilità dei gauchos...il pubblico partecipa, applaude, la tensione è scesa, c'è ammirazione e curiosità....siamo pronti per affrontare il gran finale con il botto....15 minuti di carosello, tutto al galoppo. Una serie di figure, in difficoltà crescente, eseguite in modo speculare, dai sei gauchos, divisi in due gruppi...

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Messaggio Da Miky Estancia Ven 02 Ago 2019, 16:20

La musica cambia di nuovo, tutti ritmi latini molto veloci, perché il carosello, che dura circa 15 minuti, si svolge tutto al galoppo, alcune figure spettacolari, al galoppo pancia a terra. Anche lo speaker cambia tono, mette più energia ed entusiasmo mentre chiama le figure (utilissimo, visto che i gauchos a volte si dimenticavano la sequenza  precisa 😅) e ne spiega la difficoltà di esecuzione.

I gauchos entrano in arena in fila indiana, sventolando il talero a mo di saluto e si schierano al centro, affiancati. Salutano il pubblico di nuovo con i taleri...ed inizia il delirio 😆😆😆: ripartono al galoppo e si dividono in due file, che eseguiranno gli stessi movimenti in modo speculare: tagliate che generano cavalli in fila per due; mezze volte sulla linea mediana che vanno a disegnare dei cuori; tagliate che creano incroci a pettine; un nuovo schieramento che porta alla figura del mulino nella quale, come una pala di mulino a vento, un cavallo fa da perno girando su se stesso e gli altri descrivono un cerchio al passo, trotto o galoppo a seconda della loro distanza dal fulcro,  rimanendo affiancati; una simulazione di pettine, con i cavalli che convergono tutti a centro campo, fanno un roll back quando sono quasi uno di fonte all'altro e si allontanano ognuno al proprio angolo, per poi convergere di nuovo testacal centro, in quella figura che si chiama stella, e durante la quale, i gauchos fanno salotto.

Qualche secondo di pausa fermi, mentre lo speaker spiega la figura, poi i cavalieri ripartono al galoppo in due gruppi per l'ultima parte del carosello. La velocità aumenta, la concentrazione pure...ed iniziano le diagonali, con incroci al centro. La precisione, se non ci si vuole scontrare, è importantissima.  4 incroci, al galoppo sempre più veloce, i cavalli schizzano da angolo ad angolo come palle da biliardo, le traiettorie rettilinee, i taleri alzati, le zolle di terra che si alzano dai posteriori. ..arrivati all'angolo, i cavalli fanno roll back e ripartono a tutta velocità per un nuovo incrocio.

Il pubblico a questo punto, fa casino: applausi, fischi, urla...e i gauchos e i cavalli, sono sempre più carichi...lo facciamo tacere un attimo questo pubblico? Lo stupiamo ancora una volta?😆😆

Lo speaker prepara il terreno...i cavalli si schierano ancora una volta al centro....sarà  finito lo spettacolo?
No.
I cavalieri, a taleri alzati, ripartono al galoppo pancia a terra, ginocchio contro ginocchio,  perfettamente schierati, contro le transenne, contro il pubblico.  
È una carica.
Si fermeranno?
A pochi passi dal pubblico, i cavalli stoppano tutti insieme, perfetti, ed altrettanto perfettamente coordinati, fanno un roll back e ripartono per una carica all'altro lato del pubblico.  

E di nuovo, stessa reazione: applausi, urla, fischi, un attimo di silenzio,  il fiato trattenuto e poi di nuovo applausi e casino e chi urla bis, bis!

Un altro roll back e i cavalli si rischierano al centro...un altro mulino, sempre più veloce, sempre più  difficile. Un paio di giri e poi stop, tutti perfettamente allineati.

Tra gli applausi, lo speaker chiama per nome ad uno ad uno cavalli e gauchos, che sventolando il talero, fanno un ultimo giro d'onore del campo per salutare il pubblico ed infine, escono dall'arena.

Lo spettacolo è finito, l'arena è vuota, c'è chi rimane a guardare il campo vuoto ed illuminato, quasi si aspettasse di vedere riapparire gauchos e cavalli; altri si accalcano per andare dietro le quinte, per andare a conoscere quei cavalli e quei ragazzi che, per un ora abbondante, li hanno fatti sognare, attraversare montagne ed oceani, fino a giungere nella pampa argentina, magica terra di cavalli e di gauchos...

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Messaggio Da Miky Estancia Mar 06 Ago 2019, 18:39

E questo, è quello che appare sotto i riflettori, ma come si arriva fin qui? Che tipo di lavoro c'è dietro? Quante ore di allenamento, quante prove, quanta fatica e impegno?

Fatica e impegno, tanto. Così tanto che il compenso non è praticamente mai adeguato.
Poi c'è anche da calcolare il rischio e gli imprevisti.....

Nel caso dello spettacolo argentino che ho raccontato, il vantaggio era che praticamente tutti i cavalli coinvolti si conoscevano, poiché uscivano insieme in trek tutti i fine settimana, quindi erano allenati ed abituati a galoppare in frotta, fianco a fianco senza mai entrare in competizione e tolleravano molto bene il contatto ravvicinato.
Il cavallo di Tony, El Destino, lavorava abitualmente con il lazo e nelle dome, quindi, anche il lavoro di padrino gli era abituale.

Il difficile, era coordinarsi per provare il carosello. I cavalli non erano tutti nello stesso posto e ognuno aveva i suoi impegni lavorativi.

E gli imprevisti.... capitava che, una volta tutti sul posto dove doveva svolgersi lo spettacolo, gli organizzatori non avevano fornito quanto richiesto o come richiesto.
A volte non c'erano le transenne per costruire l'arena, a volte c'erano ma erano pochissime e bisognava rattoppare con i nastri bianco rossi, altre volte c'erano, ma nessuno si era preoccupato di attaccarle per costruire l'arena.

E il fondo....durante le riunioni gli organizzatori dicevano di avere a disposizione un bel campo in piano, poi arrivavi e ti trovavi una roba piena di buchi, in pendenza, di terra polverosa o erba secca scivolosa, o piena di pietre...eh certo "se vi danno fastidio potete togliere le più grosse".....

Il top era se, oltre al campo disastrato e zero transenne, ti sistemavano i cavalli lontanissimo dall'arena, al sole, lontani dal punto acqua e senza possibilità di avvicinare le auto e i van che contenevano finimenti e costumi....

Per non parlare di quando il punto musica non era attrezzato come si deve (ah, non va bene il megafono degli ambulanti del mercato?), e te lo mettevano lontano dall'arena e il microfono per lo speaker aveva il filo o era senza filo ma le pile erano scariche.

Il massimo, si raggiungeva quando, insieme a tutto il resto, gli organizzatori lasciavano posizionare il pubblico all'entrata dell'arena....altro che 626....

Parecchie volte, vedendo che le cose erano state realizzare a muzzo perché, durante le riunioni gli organizzatori non avevano ascoltato una parola di quanto detto sull'organizzazione del tutto, veniva voglia di caricare i cavalli sui van e tornare a casa....ma non si faceva....si era giovani, tolleranti e si aveva voglia di fare festa...e i cavalli erano a prova di bomba.

Oggi come oggi....i cavalli sarebbero risaliti sul van in un nano secondo. ...

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Messaggio Da Milla Mar 06 Ago 2019, 19:05

Interessante Micky, io non amo gli spettacoli equestri ma comunque è sempre curioso conoscere il "dietro le quinte", racconta, racconta!

Milla

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Messaggio Da Miky Estancia Mer 07 Ago 2019, 13:13

Milla ha scritto:Interessante Micky, io non amo gli spettacoli equestri ma comunque è sempre curioso conoscere il "dietro le quinte", racconta, racconta!

Il dietro le quinte, è, per me, la cosa più interessante, perché sotto i riflettori, quasi tutto brilla, in un modo o nell'altro 😆
Perché non ami lo spettacolo equestre?

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Messaggio Da Milla Mer 07 Ago 2019, 18:18

Boh non lo so esattamente il perchè, non amo neanche il circo, non mi piace l'idea di animali che si esibiscono per farci divertire, mi sembra umiliante, il circo poi mi mette tanta tristezza, anche da piccola proprio non mi piaceva.
Mio personalissimo parere eh, non ho assolutamente nulla contro chi ama il genere o ci lavora, è solo questione di gusti.

Milla

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Messaggio Da Miky Estancia Sab 10 Ago 2019, 09:56

Milla ha scritto:Boh non lo so esattamente il perchè, non amo neanche il circo, non mi piace l'idea di animali che si esibiscono per farci divertire, mi sembra umiliante, il circo poi mi mette tanta tristezza, anche da piccola proprio non mi piaceva.
Mio personalissimo parere eh, non ho assolutamente nulla contro chi ama il genere o ci lavora, è solo questione di gusti.

Quindi, trovi umiliante per i cavalli lo spettacolo che ho descritto? A parte chi con i cavalli ci porta a casa la pagnotta, tutti usiamo i cavalli per divertirci.

Su questo argomento, possiamo aprirci un topic What a Face

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Messaggio Da Milla Sab 10 Ago 2019, 14:25

No Micky non trovo assolutamente umiliante lo spettacolo che hai descritto tu, è una mia sensazione, non saprei come spiegarla, mi infastidisce persino quando qualcuno fa fare dei giochetti al suo cane (tipo dare la zampa, sedersi a comando ecc.).
Mi rendo perfettamente conto che gli spettacoli danno da mangiare a tante persone e mi rendo anche conto che, per essere coerente, dovrei trovare umiliante anche il salto, il dress e tutte le discipline equestri.
Diciamo che è una questione di gusto personale perché non saprei come descriverla altrimenti.

Milla

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Messaggio Da Miky Estancia Sab 10 Ago 2019, 16:30

Milla ha scritto:No Micky non trovo assolutamente umiliante lo spettacolo che hai descritto tu, è una mia sensazione, non saprei come spiegarla, mi infastidisce persino quando qualcuno fa fare dei giochetti al suo cane (tipo dare la zampa, sedersi a comando ecc.).
Mi rendo perfettamente conto che gli spettacoli danno da mangiare a tante persone e mi rendo anche conto che, per essere coerente, dovrei trovare umiliante anche il salto, il dress e tutte le discipline equestri.
Diciamo che è una questione di gusto personale perché non saprei come descriverla altrimenti.

Ok, ci sono delle cose che ci infastidiscono e non sappiamo neanche bene perché. Io ho una certa intolleranza verso l'atteggiamento dei ballerini di line dance: tutti belli tappati da cowboy, stetson compreso, quando la maggior parte di loro non ha mai messo il sedere su un cavallo. Lo so che abbigliarsi così è quasi come indossare la divisa, ma mi fa storcere il naso lo stesso 😅😅😅😅

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Messaggio Da Old duck Lun 19 Ago 2019, 10:42

ognuno di noi ha preferenze e "fastidi". Io, per esempio, delle discipline equestri non amo per niente le corse tra i barili e le gare con i vitelli. Sti vitelli mi fanno davvero pena

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Spettacolo equestre: l'arte di creare emozioni. Empty Evoluzione

Messaggio Da Miky Estancia Lun 14 Ott 2019, 17:14

Le cose, con il tempo, cambiano.
L'originario gruppo spettacoli, si divise. Sempre amici, ma gli impegni di vita portarono altre priorità.
Ma le richieste per spettacoli c'erano sempre.
E la voglia di esibirsi, anche.
Anche se, visti i nuovi impegni (casa da ristrutturare, lavoro di mascalcia, doma e addestramento in aumento), il tempo era poco.
Optammo per una struttura più snella. Tre persone ad esibirsi, 5 cavalli in scena.

E numeri nuovi.

Fu così che Tony imparò ad usare la garrocha e io a ballare il flamenco, per il numero Garrocha y Flamenco, eseguito sempre con il mitico argentino El Destino.
Io e Etienne de Navar ci esibivamo alle redini lunghe nella Preghiera del Cavallo (scritta da me, non la versione piagnucolosa che si trova in giro) e in una ripresa di dressage tutta al galoppo, eseguita usando il nastro di ginnastica artistica.
Tony e Giorgio, con El Destino, Over, Etienne de Navar e Frikless, si alternavano in uno stringato del vecchio spettacolo argentino, con la novità della presentazione della tropilla.
Giorgio si esibiva in un numero comico con il pony Bibi (Bibi esordì in spettacolo a poco più di un anno....entrava in scena con un fumogeno sul sellino, si impennava, sdraiava, stava a pancia in su, passo spagnolo, mangiava da un piatto appoggiando gli anteriori sul tavolo...), mi accompagnava in scena vestita da ballerina di flamenco, e mi riportava il cavallo quando il numero terminava....

In tre, la cosa era molto più gestibile. Era molto facile coordinarsi per fare le prove, tutto avveniva in un clima rilassato e festaiolo, che continuava quando eravamo in spettacolo....e anche dopo 😆😆

Ci seguivano molte persone, molti clienti ed amici, e dopo un pò, un gruppetto di amici che montavano all'americana, si unirono a noi. Indipendenti con i trasporti, liberi da impegni, era di nuovo facile incontrarsi per fare le prove, e per far festa subito dopo.
Eravamo di nuovo in numero congruo per poter fare l'intero spettacolo argentino, compreso di carosello, e aggiungendo tutte le altre nostre esibizioni, riuscivamo a tenere tranquillamente un'ora e mezza di spettacolo non stop.

Cavalli e persone da preparare...molto lavoro. Nel gruppo c'erano diverse ragazze, che vennero impiegate per le mansioni dietro le quinte, e ne scegliemmo una per speakerare.
Avevamo in calendario molti spettacoli, nelle piazze più diverse....alcune organizzate bene, altre molto meno. La maggior parte delle volte, eravamo l'unico gruppo ad esibirci, altre volte ci ritrovavamo con altri gruppi. Di solito si riusciva a lavorare bene divertendosi, altre volte uscirono fuori dei disastri o si lavorava male.

Mi ricordo di un disastro e di un lavorare male in particolare.

Il disastro.
Ci avevano chiamato ad organizzare e dirigere una due giorni dedicata al cavallo in un paese. Non eravamo l'unico gruppo, ma ci imposero a forza, la presenza di uno del paese che aveva cavalli e faceva delle garette. Sin dalle prime riunioni, ci accorgemmo di avere a che fare con persone che non solo, non erano competenti, ma che non ascoltavano ciò che dicevamo. Avendo a che fare con una pubblica amministrazione, verbalizzai quanto detto in ogni riunione, in modo da pararci le chiappe.

Puntualmente, durante i due giorni di manifestazione, successero TUTTE le cose negative che avevamo previsto e verbalizzato:
- l'impianto musicale si fuse e metà dello spettacolo domenicale fu fatto senza musica e speakeraggio;
- il cavaliere che ci era stato imposto, durante lo spettacolo del sabato sera, si ribalto' con la carrozza sotto i riflettori e per puro culo, il cavallo non fini tra il pubblico;
- il cavaliere che ci era stato imposto, a fine spettacolo del sabato sera, volendo fare il coiboi esibizionista, passò vicino all'impianto acustico del cantante country, a sella e con un cavallo sottomano....entrambi i cavalli si spaventarono, e urtarono un pò di persone del pubblico, mandandone una al pronto soccorso;
- posizionarono le giostre proprio dove non dovevano essere: di fianco al recinto del battesimo della sella;
- i tavoli di lavoro e tutto il relativo materiale, dovette essere spostato urgentemente e messo al riparo perché si erano rifiutati di dar credito alle previsioni meteo;
- ricevettero un bell'esposto da parte del servizio carrozze in regola con le normative allora vigenti, poiché lo avevano sostituito con quello del cavaliere imposto (che era non solo incompetente, ma non in regola con le normative e non assicurato;
- il servizio ristoro, affidato a gente non competente, fu disastroso.

Certo, ogni volta che succedeva qualcosa, guardavamo i responsabili e menzionavamo pagina e punto del verbale....ve lo avevamo detto...ma lavorare così, fu veramente orribile.

Il lavorare male.
Quando ad organizzare la fiera sono in due fazioni che si detestano, e qualcuno ne fa le spese.
Noi.
La fazione A, aveva chiamato un "certo personaggio", a far spettacolo.
La fazione b, aveva chiamato noi.
Per noi nessun problema, ci fa piacere collaborare.
Al "certo personaggio", no. Anche perché in repertorio avevamo Garrocha y Flamenco, fatto con un semplice ed umile cavallaccio argentino, ed il pony Bibi che faceva un pò il verso agli andalusi....orrore orrore!

Concordammo una scaletta, motivandola con cambi di costume e sul recupero fiato per il cavallaccio argentino, El Destino, che era già over 25 anni...
Concordammo anche musica e trailer spogliatoio adiacenti all'arena spettacoli.
Concordammo arena 20x40 mt, per poter fare il carosello con 6 cavalli, con congruo fondo in sabbia.
Concordammo anche cena per tutto lo staff.

Ci ritrovammo con un'arena di dimensioni della piscina di Barbie, con troppa sabbia, perfetta per il "certo personaggio", ma non per noi. Durante la prova di monta, per la troppa sabbia, la cavalla del nostro amico, cadde....per fortuna, lui no, e faccia da culo con sorriso a 32 denti, sventolando il talero e urlando "fiestaaaa", la cavalla si rimise in pedi e continuarono l'esibizione. Il carosello a sei, bestemmiando, riuscimmo a farlo.....per fortuna, i nostri cavalli galoppavano quasi sul posto, ma si perdeva spettacolarità, non potendo fare allunghi e girate a manetta.

Il punto musica lo posizionarono a Torino e l'arena a Roma, così fu un casino coordinare speaker, musica ed esibizioni....per puro "caso", sbagliarono anche a metterci le musiche....il trailer da usare come spogliatoio, non ci permisero di metterlo vicino all'arena....ma tanto, avremmo dovuto avere tutto il tempo di cambiarci, visto che, come da scaletta, avremmo dovuto alternarci con il "certo personaggio"......

.....e invece no, perché a spettacolo iniziato, gli organizzatori vennero ad avvisarci che il Grande Personaggio, aveva deciso di fottersene e voleva chiudere Lui la serata......quindi, ci ritrovammo a cambiarci in un cesso puzzolente, bagnato di puscio, con le ragazze dietro le quinte che correvano come dei levrieri per andare a recuperarci i costumi, ed altri che facevano lo stesso con il cambio finimenti dei cavalli😕

....e il Grande Personaggio, non perse occasione per offendere una delle nostre collaboratrici, e disturbare l'esecuzione dei nostri numeri, posizionandosi a bordo arena, impaziente che ci levassimo dalle palle.....

Il bello doveva ancora venire.
Dopo lo spettacolo, cena.
Il Grande Personaggio servito al tavolo con gli organizzatori, con grandi vassoi colmi di carne grigliata. Noi poveri pezzenti, in fila col pubblico, per vedere di raccattare un piatto di plastica con un paio di costine bruciate dentro.

Caricammo i cavalli, ritornammo in maneggio e andammo a farci un panino ed una birra al pub.

Qualche giorno dopo, ci chiamò l'organizzatore della fazione b, dicendoci che i soldi dell'ingaggio erano saltati, poiché la fazione A sosteneva che il Grande Personaggio era venuto gratis, e quindi, dovevamo adeguarci😡

Lo sfavillante mondo del cavallo...nel quale chi ha un cavallo pesta uva, si sente un dio e non ha rispetto per il prossimo....mafiette e dispettucci da bimbi minkia. ....dovreste essere contenti di esservi esibiti con Lui, Lui è stato a Verona!....ah si? Ci saremmo esibiti con lui? Ma per andare a Verona, basta PAGARE.....meditate gente, meditate....😅😅😅😅😅

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Messaggio Da Old duck Mar 15 Ott 2019, 12:06

il post di Miki mi ha fatto venire in mente un episodio di non facile collaborazione con un altro gruppo. Era il 2007 e ci proposero di partecipare ancora una volta alla rassegna delle Regioni a Cavallo che si teneva a Leonessa in provincia di Rieti. Ogni regione partecipante alla gara doveva preparare uno spettacolo di circa 15 minuti e rappresentare attraverso il teatro equestre episodi storici legati alla propria regione. Quell'anno l'organizzazione ci propose di affiancarci ad un secondo gruppo piemontese e noi accettammo di buon grado pensando che poteva essere una bellissima occasione di collaborazione anche per il futuro. La scelta della rappresentazione non fu facile ma, alla fine, decidemmo di provare a immaginare una visita dell'imperatore romano ad Augusta Taurinorum. Per l'occasione si sarebbero preparati grandi festeggiamenti e, naturalmente, un combattimento tra gladiatori. Il titolo fu per l'appunto La notte dei gladiatori.
Non fu facile. anzitutto bisognava suddividerci i ruoli con il secondo gruppo, preparare i costumi e la scenografia per un evento che doveva essere davvero eclatante. Il nostro gruppo si occupò dell'Imperatore, delle vestali che avrebbero portato il fuoco sacro, dell'ancella favorita, degli spettacoli di intrattenimento in attesa dell'avvio dei combattimenti. Il secondo gruppo avrebbe invece rappresentato i legionari e si sarebbe occupato del combattimento che doveva finire con l'imperatore che decretava col pollice verso la fine dello sconfitto e il pubblico di Leonessa che invece gli salvava la vita.
Preparammo il tutto, compreso un esercizio di alta scuola in un cerchio di fuoco. Bisognava però fare le prove e il secondo gruppo doveva per forza venire da noi. Ci sentimmo parecchie volte, soprattutto per organizzare le musiche ma le prove furono poche.
Bene, arrivò il giorno della partenza, ovviamente ciascun gruppo per conto proprio. Tutto bene il viaggio ma, arrivati a Leonessa scoprimmo che i gladiatori non c'erano, non erano arrivati. Capite che uno spettacolo che si intitola La notte dei gladiatori, senza gladiatori fa davvero ridere. Panico totale..che si fa? Non potevamo certo dire all'organizzazione che rinunciavamo dopo tutta quella fatica, tempo e soldi spesi..Con il coraggio della disperazione tentammo una pazzia e chiedemmo al sindaco di Leonessa se poteva trovare due cittadini disposti a recitare la parte. Trovammo i gladiatori che, in verità un po' alticci, combatterono in qualche modo e salvammo capra e cavoli.

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Messaggio Da Miky Estancia Mar 15 Ott 2019, 12:32

Che belle foto Old Spettacolo equestre: l'arte di creare emozioni. 2264132527Spettacolo equestre: l'arte di creare emozioni. 2264132527Spettacolo equestre: l'arte di creare emozioni. 2264132527 il Maury è sempre il Maury 😊😊

Purtroppo non sempre le collaborazioni vanno a buon fine.
Il pubblico vede solo quello che finisce sotto ai riflettori, e giudica quello...poco o nulla sa o immagina, di quanto sta dietro a quella manciata di minuti di spettacolo...

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Messaggio Da Milla Mar 15 Ott 2019, 18:48

Ragazze che storie! Davvero ci vuole proprio tanta passione per resistere Laughing

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Messaggio Da Miky Estancia Mer 06 Nov 2019, 18:16

Milla ha scritto:Ragazze che storie! Davvero ci vuole proprio tanta passione per resistere Laughing

Tanta passione e tanta pazienza, perché gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo......

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Messaggio Da Miky Estancia Mer 06 Nov 2019, 18:32

Esplose la moda del Team Penning e i ragazzi acquisiti del nuovo gruppo, ci si fiondarono in massa. Poco male: un altro gruppo di persone ci chiese di unirsi a noi.
Quarteristi. Quattro quarteristi, due uomini e due donne.
Nuovo spettacolo da mettere su, nuove persone e nuovi cavalli da preparare.
Il cavallo in America: argentini e quarter, gli indiani (indiane....molto molto molto apprezzate da pubblico 😆😆😆) e i cowboy, pattern di reining con coreografie di line dance, esibizioni di monta gaucha, caroselli....

Di nuovo un bello spettacolone di oltre un ora.
Durò poco.
I quarteristi avevano esigenze particolari...erano meno spartani di noi...poi c'erano problemi durante le prove: noi per fare prima, caricavamo sul van i cavalli già sellati; arrivavamo in loco, scaricavamo, ed eravamo pronti per provare....e ci toccava aspettare delle mezz'ore che gli altri dovevano "galoppare" i cavalli per fargli entrare il cervello in lavoro, e a volte non si riusciva a fare nulla perché un cavallo non era collaborativo....

Un paio di spettacoli e poi ognuno per la sua strada: noi sempre in spettacolo e loro in arena.

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