Presentiamoci

Grazie per ora andrò da Kathy

Eri in attesa di opinioni, ti ho dato la mia. In bocca al lupo e tienici aggiornati.

Io sceglierei il mortorio
È bello lavorare da soli, con l'attenzione dell'istruttore solo per noi, godersi in pace ogni piccolo successo e struggersi per le mille frustrazioni... senza pollai starnazzanti e giudicanti, senza qualcuno che ha da dirti la sua...
Ogni volta che ho dovuto affrontare problemi li ho risolti da bravi maestri solitari
l periodi migliori li ho trascorsi in scuderie "mortorie"... pochi ma buoni e concentrati sui cavalli
Capisco però che non tutti sono asociali come me e come le persone incontrate nelle scuderie un po' "deserte"
Riguardo la signora non saprei dire se non che se ha montato solo al trotto ci sarà il suo perché...immagino sappia galoppare ma come dicevano nel post sopra, una volta si passavano mesi di lavoro al passo, il re delle andature, la più difficile e faticosa .. se una cosa non viene bene al passo dimenticarsi possa riuscire al trotto o galoppo
Riguardo il signor Sarti, se proprio devo essere sincera, non potrei affidargli nemmeno il cavallo di peluches del mio cagnolino....non so se sia istruttore ma ,a prescindere dalla qualifica, io credo che ci voglia "garbo" .. sia con i cavalli che con le persone

considera che magari il mortorio è dovuto anche alle restrizioni covid..... più che altro secondo me dovresti assistere a delle lezioni, vedere u cavalli come stanno e fare qualche lezione di prova.... giusto per capire come è l istruttore....

Elly ma visto che un istruttore ora ce l'hai come mai vuoi cambiare maneggio?

Il mio istruttore attuale è molto bravo ed è una persona squisita, ma si interessa solo di salto ostacoli.
Che Kathy sappia galoppare non lo metto in dubbio, ovviamente, ma mi ricordo che una decina di anni fa, sempre curiosa del dressage, mi iscrissi ad uno stage di una settimana a Lipizza e per sette giorni parlammo di redine diretta e redine di appoggio. Non vorrei ripetere l esperienza: mi viene da pensare che nei paesi del Nord sia questo il metodo di insegnamento; Fra l'altro a mio avviso, erano anche abbastanza scortesi perché la frase ricorrente era: se non sai come usare le redini come puoi pensare di fare altro?

A me non sembra giusto come ragionamento!!!
Ciao per ora

Ho capito il discorso dell'istruttore, giusto, ciascuno ha la sua specializzazione.
Circa la tua esperienza a Lipizza ho un'amica che mi ha raccontato una cosa identica e qui in Toscana c'è un agriturismo, piuttosto noto, dove fanno vacanze/full immersion di dressage e anche lì la progressione è mooolto lenta.
Comunque io sono stata alcuni anni in un maneggio specializzato in dress ed effettivamente le cose sono radicalmente diverse rispetto al salto, è un po' come la danza classica o la ginnastica artistica, si cerca la perfezione quindi ci si deve esercitare, esercitare, esercitare ed effettivamente se non sai padroneggiare perfettamente le cose basilari (come appunto gli effetti di redine) non è pensabile passare allo step successivo.

elly, non capisco il concetto
Cito ""mi viene da pensare che nei paesi del Nord sia questo il metodo di insegnamento;""""

Forse Elly pensa che nei paesi nordici l'insegnamento del dressage sia più graduale, suppongo eh, Elly correggimi se ho capito male.
Per la mia esperienza però (limitata al centro Italia) è proprio la natura della discipline che impone la "lentezza".

Tutto l'apprendimento dell'equitazione dovrebbe essere lento
Però la lentezza non soddisfa l'ambizione e c'è chi si accontenta di risultati "superficiali" e "precari"

Io penso che una cosa sia la lentezza, o meglio la progressività , ed una cosa l altezzosita arrogante. Una volta qualche anno  fa andai per quasi due mesi in Belgio da un grosso professionista del salto.
Partecipavo già a concorsi grossettini, quindi  sono certa che avevo ancora molto da imparare, ma sono anche certa che avevo già un bel po'  di esperienza.
Bene, mi fecero fare solo saltini da 70 80cm.
Mi potrebbe anche andare bene, ma io capirei un dritto, un largo, una croce, una gabbia, una doppia gabbia
Poi se sbaglio monti tu e mi fai vedere l errore, oppure vieni li e mi cambi il tipo di salto, no che con aria sprezzante mi chiedi come ho fatto ad ottenere i risultati che ho ottenuto...visto che ti ho dato in anticipo un bel mucchio di soldi, che dormo in una camerata fredda con altre tre persone che alle nove di sera sono già ubriache e che sono lì per imparare.
Ora sono più matura e non penso che vorrei sopportare ancora un trattamento simile.
A voi e capitato qualcosa di simile?


[Admin: ho ricongiunto due post che erano rimasti "spezzati"]

Mah non so cosa dirti, l'arroganza è sempre sgradevole, io non so cosa tu intenda per "concorsi grossettini" MA se un grosso professionista del salto ti ha messo a fare "saltini" di 70-80 cm e ha fatto certi commenti forse ha ravvisato delle lacune nella tua preparazione.
Mera ipotesi eh.

Per concorsi grossettini intendo delle routinarie 120 con qualche puntata nelle 130, il che comporta che a casa a volte si va su 140, chiaramente tre o quattro volte al mese e non di più.
E' chiaro che ho delle lacune, altrimenti sarei campionessa del mondo...ma neanche lui, se vogliamo era campione del mondo.
Comunque quello che voglio intendere io è diverso: un istruttore che si presta e si pubblicizza per fare stages può anche dirmi che faccio schifo, ma in questo caso mi prega di fare piede a terra, monta lui e mi fa vedere come si fa, oppure mi dice: sbagli qui e per correggerli ci vuole questa combinazione, poi china la schiena sposta i pilieri, compone la combinazione e mi fa riprovare.
E' troppo facile fare come faceva lui.

Lavorare è duro per tutti, anche per gli istruttori!,,

Lavorare stanca. Poi c'è chi sente di più la stanchezza

Scendere per far vedere che lo si sa fare mi sembra poco logico
È logico che un istruttore lo sappia fare
Se un mio allievo non riesce a fare una partenza al galoppo, che senso avrebbe che saliassi io per fargli vedere? È ovvio che io lo so fare... il mio scopo è mettere lui in condizioni di farlo e non devo dimostrare ad un allievo che io sono l'istruttore o che sono più brava... è ovvio che lo sia altrimenti i ruoli sarebbero invertiti
Se proprio devo dimostrare lo faccio quando e se un allievo incolpa il cavallo del suo insuccesso
Riguardo il lavoro posso dire che l'altezza di un salto non è la difficoltà maggiore di un s.o.
Se un cavallo ha i mezzi per andare alto ce li ha
La difficoltà sta sempre nella tecnica, nel tempismo, nell'occhio alle distanze, nel capire bene il proprio cavallo, in una girata corretta
Tutte queste capacità si ottengono lavorando sul basso ed in piano... è così che si affina la tecnica
Tutto questo a parer mio

Per me sinceramente il tuo parere è sbagliato: secondo te io, pagando profumatamente in anticipo, dovevo saltare per due mesi saltini insignificanti, che superavo senza problema senza che nessuno mi componesse combinazioni adatte a me ed adatte per migliorare.
Supponiamo, come dici tu non abbia tempismo, occhio e lasci a desiderare nelle girate l istruttore deve venire sotto il salto, tracciarmi in terra una linea di riferimento, poi io sbaglio ancora, lui me la ritraccia e così via finché non risolviamo il problema.
Io faccio un lavoro di grossa responsabilità e tutti i giorni mi metto in gioco.
Gli istruttori ieratici mi hanno stufato.
Vado a lezione per migliorare e mi aspetto che qualcuno mi faccia migliorare impegnandosi come io mi impegno nel mio lavoro.
Spero proprio che Kathy non sia di questo tipo

Allora io sono fondamentalmente d' accordo con Blues nel senso che un istruttore che monta e ti fa vedere come si fa l'esercizio per me non serve a nulla, è ovvio che un istruttore lo sappia fare.
Io ho fatto micro saltini giusto quando ho cominciato a montare quindi la mia incompetenza in materia è assoluta, ma se io avessi difficoltà ad impostare le girate e l'istruttore me le tracciasse, io semplicemente seguirei la traccia, magari addirittura guardando per terra, ma non imparerei ad impostarle da sola, è solo provando tante e tante volte che si acquisisce l' occhio.
L'istruttore capace deve insegnare a farlo all'allievo, e non è facile, ci sono ottimi cavalieri che non sanno insegnare.
Io ho passato alcuni anni nel maneggio di un'istruttrice molto nota, lei ha consigliato l' acquisto della mia cavalla (genealogia super da dress e cavalla esperta che aveva gareggiato), bene, l'istruttrice montava regolarmente la mia cavalla, mi faceva vedere che loro due sapevano fare di tutto e di più e io guardavo.
Ovviamente non ho imparato un accidente.
Ho imparato con un'altra istruttrice, allieva a sua volta della prima, che era decisamente peggiore come cavaliere ma capace di insegnare e che mi ha insegnato a SENTIRE per poter ricercare la giusta sensazione sotto la sella che, almeno nel lavoro in piano, è quella che ti fa capire che stai facendo bene.
Poi Elly ha ragione da vendere quando rifiuta gli istruttori arroganti, maleducati e che non si impegnano,da questo punto di vista concordo: io faccio del mio meglio, se sono una ruschena pazienza, più di tanto non potrò fare,MA tu istruttore devi impegnarti al massimo per cercare di farmi riuscire, troppo facile insegnare a chi sa o a chi è talentuoso.

L'istruttore, a mio avviso, non deve MAI mortificare l'allievo e tantomeno farlo sentire un incapace od un fallito...e soprattutto MAI sbraitare edv3ssere collerico

Elly, secondo me non hai capito quello che ho scritto ed hai dato una tua interpretazione personale... in primis personalizzando su di te il mio commento che era generale
Volevo solo aggiungere che il "pagare" profumatamente non fa di un allievo un cavaliere migliore
Uno paga la professionalità di un maestro ma i maestri non fanno miracoli... se uno è un buon cavaliere lo tirano fuori al meglio... se uno non ha talento non possono iniettarglielo

Vedrò
Spero in Kathy, mi trasferisco domani

Elly ha scritto:Vedrò
Spero in Kathy, mi trasferisco domani

In bocca al lupo!  

blues ha scritto:L'istruttore, a mio avviso, non deve MAI mortificare l'allievo e tantomeno farlo sentire un incapace od un fallito...e soprattutto MAI sbraitare ed essere collerico

Concordo.
Non è facile essere un buon istruttore.
Come ha già sottolineato milla, essere un buon cavaliere, non si traduce automaticamente nell'essere anche un buon insegnante.

Certo che quando si investono tempo e denaro in corsi e stages, ci si aspettano dei risultati.
Risultati relativi al proprio livello, ovviamente.
Ma ci devono essere.
È compito dell'istruttore vedere pregi e difetti, e lavorare su entrambi, indipendentemente dal livello dell'allievo, per migliorare.

Sul fatto che l'istruttore deve montare per far vedere all'allievo dove sbaglia....io non sono d'accordissimo...mi spiego: quando ero allieva, la cosa mi irritava parecchio, perché pensavo "ma certo che con te il cavallo lo fa, altrimenti che ti pago la lezione a fare? Ma lo deve fare anche con me! Quindi, usa tutte le armi a tua disposizione per metermi in grado di fare".

Poi sono passata dall'altra parte della barriccata....e ti rendi conto che ci sono allievi più o meno dotati, alcuni negati, e una miriade di sfumature diverseper ogni difetto di assetto, sensibilità, equilibrio, ecc.
È un casino
E allora cerco di personalizzare al massimo le lezioni, e ricorro anche al volteggio posturale e al lavoro alle redini lunghe, per aiutare gli allievi a migliorare.

Elly due domande:
non ricordo se ci hai detto se hai un cavallo tuo o no.
Hai visto la Kathy fare lezione e/o hai fatto una lezione di prova con lei?

Si ho due cavalle.
No, la ho vista solo montare molto correttamente con cavalli che si esprimevano bene, ma solo al trotto: no appoggiate, no cambi di galoppo, né tanto meno piaffer o passage.
E di questo che ho paura: che sia di quelle che la tirano per le lunghe.
Ma visto che sono certa che ha vinto parecchie gare grosse saprà fare tutto...spero