Cosa cambia? Cosa è cambiato e cosa cambierà?

Stiamo attraversando un momento molto particolare, che ha radicalmente cambiato la vita quotidiana. Di tutti. E quasi in tutto il mondo!

I cavalli, i maneggi, gli allevamenti etc. non sono certo immuni dagli effetti delle misure introdotte per mettere un freno al dilagare dell'epidemia.

Mi incuriosisce sapere se avete notato cambiamenti di "umore" nei cavalli, segni di stress (o di piacere...) da parte loro. Dopotutto la loro routine ha subito dei cambiamenti, e mi sembrerebbe strano se non si avvertissero segnali di questo genere.

Ci sono anche cambiamenti che riguardano proprietari dei cavalli, gestori dei maneggi, strutture sportive, lavoratori del settore. Raccontate, se volete.

Giusto per dirne una, noi abbiamo un paio di distributori automatici in club house. Dopo la chiusura, è passato l'omino delle macchinette, come al solito, mercoledì. Il giorno dopo mi sono affrettato a comunicare alla ditta che è meglio interrompere per un po'. Non solo perché il numero dei frequentanti è sceso a zero, ma noi non abbiamo neanche  a disposizione gli spiccioli che servirebbero!

Oppure il maniscalco: la abituale visita settimanale era occasione ghiotta di scambi di esperienze (dicasi: pettegolezzi), oltre che per il tradizionale pranzo in comune al "self". Niente di tutto questo, adesso

Una cosa sto notando, e non certo per via delle due risposte qui sopra.

Questa pandemia non è "a livella". Anzi, forse esaspera ancora di più le disparità sociali e ho  seri dubbi che possa essere una palingenesi da cui ci ritroveremo tutti più "buoni".

Leggo articoli sulla scienza che mi lasciano molto perplesso, vedo molto senno di poi, e proposte risibili
Ci sono post di quelli che "ommioddio il mio cavallo soffre da morire se non mi vede": insopportabili, però c'è anche chi ha il suo cavallo in un centro dove non si riesce a garantire un minimo benessere. A quanto pare, sul lato opposto, ci sono centri ippici che ci marciano sui costi addebitati per movimento cavalli
Noi patiamo molto, economicamente, da questa situazione, e siamo preoccupati per le prospettive. Ma non stiamo passando questi giorni di "reclusione" in 60 mq, con la nonna che ha l'alzheimer, o col coniuge ubriacone, o col figlio in crisi d'astinenza. Volendo, potrei uscire di casa a guardar le stelle, anche se non ne ho voglia
Per non parlare del personale sanitario, di quello che sta vivendo, anche moralmente e psicologicamente, oltre ai grandi rischi che si prende, e la fatica

Non abbandono l'ottimismo della volontà, ma c'è pur sempre tra i piedi la ragione, che prende a sberle

Io no! Devo sbrigarmi!!!