“L’equitazione è una”

Discorso ampio, ma che penso di poter affrontare qui.
Ho conosciuto vari istruttori e varie realtà negli anni, però questo mantra a volte veniva pronunciato.
Adesso sembra che sia diventato la linea guida dei miei istruttori e mi sento persa, tanto persa.
Un mio istruttore di qualche anno fa, noto cavaliere, spingeva sempre a trovare il modo che funzionasse con il tale cavallo, diceva di provare, magari suggeriva, insomma, ma non si fissava. Io sono una molto schematica di mio, uscire un po’ dagli schemi mi ha fatto bene e non riesco più a tornare del tutto indietro.
In più guarda caso quando si cambia scuderia, si diventa sempre “principianti”, con qualcosa che manca. A questo punto mi chiedo: l'equitazione è davvero una? E se così fosse, è un bene? Fermo restando che secondo me per i principianti nei primi anni di approccio va bene dare indicazioni precise (anzi, è pure auspicabile), ma dopo un tot diventa, sempre a mio avviso, riduttivo.
Cosa ne pensate? Che esperienze avete?

C'è un solo dio, una sola religione, una sola posizione politica.

Lo stesso in equitazione  


Un piccolo commento un po' più serio (?) laddove dici:
"Fermo restando che secondo me per i principianti nei primi anni di approccio va bene dare indicazioni precise (anzi, è pure auspicabile)"

Qualche giorno fa mi è stato girato su fb un "caso" di un problema di matematica dato alle elementari o giù di lì, problema che ha fatto e rifatto più volte il giro dei social. La caratteristica rilevante di quell'esercizio era che NON forniva i dati sufficienti per fornire, come risposta, un numero univocamente determinato.
Beh, io apprezzo moltissimo i problemi di questo genere, anche perché sono un po' più vicini alla vita reale.
Però anch'io mi domandavo se non fosse prematuro assegnare un problema di quel genere.

Beh sicuramente la base è una...nel senso che i comandi per fare muovere il cavallo sono quelli.... E appunto è bene avere una base solida e precisa....poi tutto il resto viene dopo.....
Con la tecnica con le sensazioni
.
.anche perché ogni cavallo è un mondo a sé
....

Non sono certa di aver afferrato bene il discorso di Adele, che significa che "l'equitazione è una"? Che gli aiuti per ottenere un determinato effetto sono quelli e stop? Se il punto è questo beh ni.
Come ha scritto Angeletta gli aiuti ormai sono "codificati" ma nulla vieta di...trasgredire: per partire al passo metto gambe ma nulla vieta che io insegni al cavallo a partire per esempio fischiando.
Inoltre ogni cavallo è diverso e, ancora, è diverso a seconda che lavori ad una mano o all'altra (e questo credo che tutti noi l'abbiamo verificato), infine, nei binomi ormai consolidati, secondo me, ci crea un "linguaggio" unico e tipico proprio di quel binomio.
Dimenticavo anche di dire che, il sedere sul cavallo ce l'ha il cavaliere, ed è solo lui che può percepire determinate sensazioni, che non necessariamente corrispondono a ciò che si vede da terra.

Sì, proprio come dici.
Mi chiedo: se una via non funziona? Che si fa? Devono per forza esisterne altre …
Proprio in questi giorni sto sperimentando un po’ un modo alternativo per chiedere passi indietro, usando le gambe al posto delle mani, o meglio, solo le gambe, senza mani. Già lassù dove ero lo avevano proposto, ma non ho avuto tempo per lavorarci. Sto cavoleggiando in attesa del maniscalco, quindi lo faccio mentre vado a zonzo per avere qualcosa in più da fare che girare per la scuderia. Shenta sembra recettiva, secondo me in breve tempo avremo consolidato il tutto. Preferisco proprio avere più modi (chiari per il cavallo) per fare una cosa, così da poter scegliere a seconda del contesto.

L'equitazione è una nei principi base che valgono per ogni cavallo
Il modo di praticarla differisce in base alle
discipline
Il modo di ottenere delle risposte poi, secondo me, varia ancora maggiormente
Sono d'accordo sul fatto che se una cosa non funziona bisogna provare altro e questo "altro" non deve necessariamente essere codificato
Posso insegnare ad un cavallo a fermarsi dicendo ""banana" e schioccando le dita
Però tutte queste " divagazioni" funzionano tenendo conto di come pensa, ragiona, reagisce ed apprende un determinato cavallo.
Come diceva Milla poi, un binomio concorda un linguaggio privato e personale che spesso non corrisponde ai canoni stabiliti

Per i passi indietro Karl dice che sono come quelli avanti
In un caso si fa passare il cavallo davanti a noi e per i passi indietro si fa passare il cavallo dietro di noi
Non penso usi le mani se non per contenere il movimento in avanti
Se metti gambe senza mani prova a fare passare il tuo cavallo sotto un ischio che si fa leggero

In effetti per i passi indietro le mani NON si dovrebbero usare se non per "chiudere la porta" davanti al cavallo nel momento in cui metti gambe.