Parelli

Come da gentile richiesta di Fioravante, mi espongo un po’ di più pubblicamente circa la mia esperienza su Parelli, raccontando di un corso in particolare che ho frequentato lo scorso sabato.

Premetto che già conosco il metodo, provo a riassumere i principi.
Diciamo che si tratta, più che di un metodo, di un programma, che diventa un po’ il tuo modo di fare e di relazionarti con i cavalli col tempo.
Lo dico da persona un po’ “eretica” e non del tutto immersa nel programma, ma certe mie abitudini, osservate dall’esterno, sono sicuramente riconducibili a Parelli.
I primi approcci li ho avuti a settembre 2015, nella scuderia di un noto cavaliere di salto che ha approcciato vari metodi e si ispira ampiamente a questo. Per cinque anni sono stata seguita da gente di quello stampo, poi sono rientrata in ambienti tradizionali e ho continuato da autodidatta. Ho inoltre sentito l’intervento di due istruttori Parelli all’evento organizzato dal mio ex istruttore (quello noto) e alle dimostrazioni a Fieracavalli 2022 e 2023.
Nonostante le mie conoscenze pregresse, ho voluto seguire un corso base per fare un po’ di ordine nella mia testa, ripassare alcuni esercizi e perfezionarmi nelle cose semplici.

Il corso era di livello 1 online. Cosa significa online? Lavoro da terra con la corda. Gli altri tre ambiti sono:
Liberty: lavoro da terra in libertà
Freestyle: montare senza contatto (anche con una testiera appoggiata, non per forza in capezza o collare)
Finesse: montare con il contatto
Nota sull’attrezzatura: quella base è costituita da corda da 3,70 con moschettone, capezza con i nodi, carrot stick da 120 cm e string (il cordino da legare al carrot stick). Mi trovo bene con una imitazione abbastanza fedele dell’originale, per avere quella originale di cui ho giusto uno string ed un carrot stick piccolino - che trovo comodo per montare - spesso vado ad acquistare a Fieracavalli.
L’attrezzatura originale ha una buona qualità, ma effettivamente non è molto economica.

La base, da cui partono poi le variazioni sul tema, è rappresentata dai sette giochi, li elenco e spiego brevemente, consapevole che non basterebbe un poema.
1. Friendly game: si tratta di rendere confidente il cavallo con l’attrezzatura che usiamo. Non è proprio uguale alla desensibilizzazione, perché il cavallo DEVE essere sensibile alle pressioni che andiamo ad esercitare, mentre ad esempio è auspicabile che sia desensibilizzato a rumori ed altri elementi di disturbo.
2. Porcospino: Richieste fatte con l’uso della pressione costante
3. Driving game: Richieste fatte con l’uso della pressione ritmica
4. Yo yo: usare la corda per far indietreggiare il cavallo e al tempo stesso richiamarlo verso di noi
5. Circling game: il cavallo deve girare in circolo consapevolmente, senza dover spinto e/o guardato continuamente.
6. Passi laterali (penso non serva spiegare più di tanto cosa sono)
7. Squeezing game: gioco della strettoia, il cavallo deve passare in un corridoio o sopra un ostacolo senza averne paura

Le richieste si fanno mediante l’uso di pressioni, che vanno da una di intensità impercettibile (fase 1) ad una anche molto vigorosa (fase 4).

Bisogna inoltre - secondo il metodo - valutare la horsenality del cavallo con cui lavoriamo, per interagire al meglio. Parere personale: è una estrema semplificazione a mio avviso. Il discorso cervello destro e sinistro ed estroverso/introverso mi lascia sempre un po’ confusa, anche se al corso ho capito qualcosa in più e sono in fase di valutazione circa l’utilità delle considerazioni fatte.

Penso di aver riassunto le cose principali.

Parere personalissimo: trovo un po’ discutibile far lavorare il fisico per ultimo (nel Parelli mente ed emozioni hanno la priorità, per me tutto dovrebbe andare di pari passo, tanto che sto integrando le mie competenze in questo metodo con la scoperta e lo studio di altre strade). Inoltre è un metodo super interessante per quanto riguarda l’aprire nuove prospettive, ma dipende MOLTO da chi lo pratica. Ho apprezzato tantissimo l’istruttrice che ha tenuto il corso sabato, perché dotata di una grandissima sensibilità, in alcune dimostrazioni invece non ho sempre visto cose così positive, c’è un alto rischio di usare meccanicamente le pressioni, magari con fasi troppo alte, o di diventare ripetitivi negli esercizi. Nessun metodo, a mio avviso, sarà risolutivo, se viene applicato senza sensibilità e apertura mentale …

Grazie Adele della tua testimonianza, io più che aprirmi al metodo parelli in sé mi sono avvicinata all'horsemanship, che sarebbe comunicare con il cavallo usando (o provandoci) il suo linguaggio ed imparare a leggerlo correttamente,.cosa che il Signor Parelli ha codificato in un metodo ma non è prerogativa solo sua.
Sono stata introdotta da una capacissima istruttrice parelli ed amica ma ho potuto negli anni constatare che non tutti sono bravi, alcuni come dici tu lobotomizzano il cavallo con ripetizioni infinite degli stessi esercizi senza mai arrivare all'applicazione pratica, mentre ho trovato istruttori e trainer non certificati parelli che facevano fondamentalmente le stesse cose ed erano molto bravi. Il metodo (inteso l'horsemanship) è bellissimo e funziona da 10 (personalmente ho ottenuto dei gran risultati con un cavallo non facile),. consiglio a tutti di avvicinarsi con mente aperta e a prenderne quanto c'è di buono, se avete la fortuna di trovare un buon istruttore tanta roba

Mi dici in privato il nome dell’istruttrice? Penso di conoscerla! Grazie

Certo! Mando MP