Marco Cavallo
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nefferit
Milla
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Marco Cavallo
Cosa o chi è?
Era un cavallo di cartapesta, “nato” da un cavallo in carne ed ossa.
Cosa aveva di speciale, e perché ricordarlo? No, non è uno dei carri del Carnevale di Viareggio. Ha a che fare con qualcosa di molto serio, che può essere sintetizzato ricordando la “Legge Basaglia” (13 maggio 1978, n. 180), che più di quarant'anni fa impose la chiusura dei manicomi. Personalmente, avendo avuto la fortuna di non avere una conoscenza diretta di queste strutture, ero rimasto impressionato da un libro fotografico, Morire di classe, apparso non a caso nel 1969 e frutto di quella rivoluzione culturale che caratterizzò gli anni '60. Questo libro illustrava con crudezza la realtà della vita in manicomio, senza peraltro cercare immagini che oggi diremmo da “cattura link”: una raccolta di foto in bianco e nero, di Cerati e Berengo Gardin.
La storia di Marco Cavallo è inserita profondamente in questo humus, di rivoluzione culturale, di messa in discussione di paradigmi, di tentativi di nuove letture del mondo. E inizia con la richiesta di acquisto di un cavallo, di nome appunto Marco, indirizzata alla Provincia di Trieste, per riscattarlo dopo che aveva servito per anni la struttura manicomiale triestina, e che era stato destinato alla macellazione. La Provincia accolse la richiesta, e da allora (era il 1972) il cavallo venne affidato alle cure del personale e dei ricoverati.
Da questo cavallo reale, sorge l'idea di costruire un grande cavallo di cartapesta, che potesse contenne al suo interno, nella sua pancia, i sogni e i desideri dei pazienti. Il cavallo venne costruito naturalmente all'interno della struttura, con l'aiuto dei pazienti, che ne scelsero anche il colore, azzurro.
Ma il fatto più emblematico doveva ancora accadere: quando si volle far uscire il cavallo dal manicomio, per una esibizione esterna, ci si rese conto che non c'era nessuna apertura grande abbastanza per il suo passaggio. E allora? Il cavallo fu spinto contro una apertura, la cui rottura, effettuata usando una panchina di ghisa, ebbe un significato simbolico che non penso sia il caso di spiegare.
CREDITS:
La seconda immagine, in bianco e nero, è tratta dalla pagina http://principieprincipi.blogspot.com/2012/03/il-ritorno-di-marco-cavallo.html
La prima proviene da Wikipedia, scattata da un utente (Aleacido): https://it.wikipedia.org/wiki/File:MarcoCavallo.jpg
Il post è una piccola rielaborazione di un mio articolo apparso (maggio 2018) su una rubrica che tengo sul mensile a distribuzione gratuita: L'Inchiostro Fresco - La Voce di Rondinaria e dell'Oltregiogo
Era un cavallo di cartapesta, “nato” da un cavallo in carne ed ossa.
Cosa aveva di speciale, e perché ricordarlo? No, non è uno dei carri del Carnevale di Viareggio. Ha a che fare con qualcosa di molto serio, che può essere sintetizzato ricordando la “Legge Basaglia” (13 maggio 1978, n. 180), che più di quarant'anni fa impose la chiusura dei manicomi. Personalmente, avendo avuto la fortuna di non avere una conoscenza diretta di queste strutture, ero rimasto impressionato da un libro fotografico, Morire di classe, apparso non a caso nel 1969 e frutto di quella rivoluzione culturale che caratterizzò gli anni '60. Questo libro illustrava con crudezza la realtà della vita in manicomio, senza peraltro cercare immagini che oggi diremmo da “cattura link”: una raccolta di foto in bianco e nero, di Cerati e Berengo Gardin.
La storia di Marco Cavallo è inserita profondamente in questo humus, di rivoluzione culturale, di messa in discussione di paradigmi, di tentativi di nuove letture del mondo. E inizia con la richiesta di acquisto di un cavallo, di nome appunto Marco, indirizzata alla Provincia di Trieste, per riscattarlo dopo che aveva servito per anni la struttura manicomiale triestina, e che era stato destinato alla macellazione. La Provincia accolse la richiesta, e da allora (era il 1972) il cavallo venne affidato alle cure del personale e dei ricoverati.
Da questo cavallo reale, sorge l'idea di costruire un grande cavallo di cartapesta, che potesse contenne al suo interno, nella sua pancia, i sogni e i desideri dei pazienti. Il cavallo venne costruito naturalmente all'interno della struttura, con l'aiuto dei pazienti, che ne scelsero anche il colore, azzurro.
Ma il fatto più emblematico doveva ancora accadere: quando si volle far uscire il cavallo dal manicomio, per una esibizione esterna, ci si rese conto che non c'era nessuna apertura grande abbastanza per il suo passaggio. E allora? Il cavallo fu spinto contro una apertura, la cui rottura, effettuata usando una panchina di ghisa, ebbe un significato simbolico che non penso sia il caso di spiegare.
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati
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Re: Marco Cavallo
Interessante, non conoscevo questa storia, fortunatamente la mia esperienza in materia è limitata ai bei libri di Tobino.
Direi una specie di cavallo di Troia alla rovescia.
Direi una specie di cavallo di Troia alla rovescia.
Milla- Messaggi : 1997
Data d'iscrizione : 11.07.19
Re: Marco Cavallo
interessante .. è possibile ne sia stato tratto anche un film? o una fiction RAI? ricordo di aver visto qualche cosa... comunque grazie per questo racconto.
nefferit- Messaggi : 660
Data d'iscrizione : 29.07.19
Località : Verona
Re: Marco Cavallo
che storia interessante, ricca di significati profondi. Fa riflettere: il blu rappresenta il cielo, il mare che queste sfortunate persone non potevano vedere. E poi far uscire finalmente Marco Cavallo, liberare..Grazie per averla raccontata.
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Sei luce nel volo, il sole per me, aquila che tocca il cielo, ti ritroverò
Old duck- invitatore folle
- Messaggi : 303
Data d'iscrizione : 11.07.19
Età : 65
Re: Marco Cavallo
Quando ho visto il titolo di questo topic sono andato subito a leggere, perchè aveva una cosa che richiamava al volo la mia attenzione.
Quando in primavera mi feci male a un gomito cadendo da cavallo, l'ortopedico dell'ospedale Rizzoli dove fui curato si chiamava proprio Marco Cavallo.
Essere curato da uno specialista con quel nome dopo una caduta dal cavallo sembrò un segno del destino
Quando in primavera mi feci male a un gomito cadendo da cavallo, l'ortopedico dell'ospedale Rizzoli dove fui curato si chiamava proprio Marco Cavallo.
Essere curato da uno specialista con quel nome dopo una caduta dal cavallo sembrò un segno del destino
Pippokid- Messaggi : 61
Data d'iscrizione : 11.07.19
Età : 23
Località : Bologna
Re: Marco Cavallo
nefferit ha scritto:interessante .. è possibile ne sia stato tratto anche un film? o una fiction RAI? ricordo di aver visto qualche cosa... comunque grazie per questo racconto.
Hai ragione:
https://www.mymovies.it/film/2014/ilviaggiodimarcocavallo/
Poi c'è anche questa piccola cosa:
https://www.raiplay.it/video/2018/07/La-legge-Basaglia-e-Marco-Cavallo---15072018-1289659e-e286-4771-82ab-ee9b4a6c14e0.html
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Re: Marco Cavallo
Ne parla Cavallo Magazine (citazioni incrociate ).
Mostrando anche la foto di una facciata dipinta con un cavallo blu, a Modena
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Re: Marco Cavallo
Bella storia, mi era sfuggita
Marco Cavallo qui nella mia provincia è il nome di un signore che ha.un maneggio
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Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c’è la tristezza di non saper sorridere.” (Jim Morrison)
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